La stipsi è una condizione che riguarda molte persone e, contrariamente a quanto si possa immaginare, colpisce sia uomini che donne a qualsiasi età.
Quando si parla di stipsi?
Si parla di stipsi o stitichezza quando l’evacuazione intestinale avviene con difficoltà e ad intervalli che possono anche superare i tre giorni. Inoltre, tale condizione è accompagnata anche da crampi, mal di stomaco, sensazione di gonfiore, dolori addominali e meteorismo, tutti sintomi che rendono la stipsi una problematica molto fastidiosa con cui convivere e che necessita di soluzioni rapide e mirate per risolverla quanto prima e tornare a tutte le proprie attività quotidiane.
Nella maggior parte dei casi, a causare la stipsi c’è innanzitutto una cattiva alimentazione che trascura il consumo di cibi ricchi di fibre e di un’adeguata quantità di acqua, ma fa la sua parte anche l’assunzione di farmaci lassativi che, alla lunga, provocando assuefazione, non aiutano più l’intestino e risultano inefficaci. Un transito intestinale regolare prevede la lavorazione del materiale digerito e il suo spostamento nell’alvo – il punto finale in cui si accumulano le feci – per mezzo delle fasce muscolari che avvolgono il tubo digerente e che compiono la loro azione attraverso movimenti ritmici nell’arco di 26-34 ore.
In presenza di stipsi, invece, la motilità intestinale è notevolmente ridotta e, quindi, il materiale digerito fa molta fatica a progredire verso il punto finale dell’intestino per poi essere espulso. Come se non bastasse, la permanenza prolungata del materiale fecale all’interno dell’intestino favorisce la proliferazione di quei batteri dannosi per la salute della flora intestinale.
Cosa fare, quindi, per risolvere il problema prima possibile sottolineando che, come già accennato, il migliore aiuto proviene dall’alimentazione?
In questo caso specifico le prugne sono un vero e proprio toccasana che pone fine in poco tempo ad una condizione che può trasformarsi davvero in una problematica debilitante.
Perché mangiare prugne aiuta a risolvere i problemi di stipsi
La prima e importante qualità delle prugne quando si parla di stipsi è sicuramente la presenza, al loro interno, di una sostanza chimica chiamata difenilsatina che agisce sulla parete intestinale stimolandola a compiere quei movimenti ritmici che rimescolano il materiale digerito e lo portano con facilità al tratto finale dell’intestino. Inoltre, le prugne sono ricche di quelle tanto invocate fibre che aiutano sia la digestione che l’evacuazione e che, non essendo digeribili, non si disperdono durante la digestione ma concorrono a compattare il volume fecale e a renderlo morbido per facilitarne l’evacuazione.
Le contrazioni delle fasce muscolari sono favorite anche dalla presenza di due importanti minerali che si trovano all’interno delle prugne e cioè il potassio e il calcio che aumentano la peristalsi così da far passare agevolmente e nei tempi giusti tutto il materiale fecale fino alla sua corretta evacuazione.
Inoltre, le prugne contengono il glucosio, il fruttosio e il saccarosio, tutti zuccheri che costituiscono il naturale nutrimento della flora microbica intestinale e che, fermentando al suo interno, producono il gas necessario all’espulsione delle feci.
Una dieta che prevede un consumo regolare di prugne non fa solo bene al tratto intestinale e alla depurazione dell’organismo, ma rappresenta un toccasana anche per la pelle e i vasi sanguigni. Infatti, la buccia delle prugne contiene i flavonoidi, potenti antiossidanti che contrastano l’invecchiamento cellulare e neutralizzano i radicali liberi, oltre a rinforzare le pareti dei vasi sanguigni che ci guadagnano in tono ed elasticità.