Tra gli ormoni prodotti dal nostro corpo, uno dei più conosciuti e di cui si parla spesso è la melatonina.
Si tratta di una sostanza che svolge un ruolo chiave nel mantenere equilibrio nell’alternanza tra sonno e veglia.
La melatonina viene prodotta nel nostro cervello da una piccola ghiandola conosciuta con il nome di ipofisi o di ghiandola pineale. Nel suo regolare le dinamiche del riposo, è responsabile del cosiddetto ritmo “circadiano”.
In sintesi, la produzione di melatonina aumenta durante la notte e diminuisce durante le ore diurne. Si stima infatti che il picco avvenga tra le 2 e le 4 del mattino. Ma la quantità di ormone prodotto dalla pineale non è costante nella vita e varia a seconda dell’età di una persona: in tenera età è modesta, si incrementa nell’età dello sviluppo, per poi tornare a diminuire a partire dall’età adulta.
Il comportamento dell’ipofisi varia anche di giorno in giorno. A comprometterlo sono i momenti di stress, i cambiamenti importanti e i viaggi. Per contrastare queste alterazioni e garantire il ciclo circadiano di cui si diceva sopra, si consiglia di condurre una vita regolare, fatta di buone abitudini e di un’alimentazione sana e completa.
Dove si trova la melatonina?
A tal proposito, esistono alcuni alimenti specifici che possono stimolare la produzione di melatonina nelle ore notturne e favorire il riposo. Tra questi troviamo l’orzo, i pomodori (anche sotto forma di passata), le banane, le noci (ricche inoltre di Omega3) e le ciliegie, che grazie alla concentrazione del triptofano, stimolano il rilassamento anche tramite la produzione di seratonina.
Ma se, nonostante tutto, l’equilibrio del riposo resta alterato, esistono degli integratori specifici, brevettati per compensare queste mancanze. Solitamente, se ne servono i genitori che li somministrano ai figli in età infantile e pre adolescenziale (questa la fascia maggiormente colpita dal disturbi). Bisogna comunque fare attenzione e consultarsi con un medico prima di assumerla. La melatonina integratore può influenzare il processo di coagulazione del sangue ed è sconsigliata a chi è affetto da malattie immunitarie, oltre che alle donne in stato di gravidanza o allattamento.