La stitichezza, chiamata anche stipsi, è un disturbo gastrointestinale che ha un’elevata incidenza e diffusione all’interno del territorio italiano. Si stima, infatti, che almeno 10 milioni di italiani ne soffrano, con un’età anagrafica molto variabile che si attesta in maggior parte sui 65 anni ma che può avere diffusione anche fra neonati, gestanti e persone operate da poco tempo.
Sebbene i sintomi della stitichezza siano uguali, i modi di manifestazione della stessa, oltre che le possibili prevenzioni, non sono uguali per tutti. Di seguito, un piccolo vademecum sulla stipsi, le varie tipologie e i modi con cui prevenirla e curarla.
Cause della stipsi
Per capire a fondo perché alcune persone soffrono di stitichezza o hanno difficoltà nella completa evacuazione delle feci è utile indagare sul funzionamento del colon. Questa parte dell’intestino crasso si occupa di assorbire le ultime sostanze nutrienti dal cibo ingerito, prima di trasformarli in feci ed espellerle tramite alcune contrazioni muscolari che avvengono nel retto. Se il colon, in questa fase, non assorbe acqua, le feci diventano troppo solide e ne deriva la conseguente difficoltà di evacuazione.
Questa difficoltà ad evacuare può derivare da molteplici situazioni, come l’assenza di fibre nella dieta e di attività fisica. Entrambe, infatti, permettono all’intestino di avere più contrazioni muscolari e quindi di evacuare meglio e senza sforzi. Anche l’errata assunzione di liquidi può portare alla stipsi perché, per compensare, il colon assorbe una maggiore acqua. Infine, fra le ultime cause indotte e correggibili con un corretto stile di vita ci sono anche l’abuso di farmaci, lassativi e ritardare anche lo stimolo di andare in bagno.
Per finire, le altre cause della stipsi prendono origine da altre patologie in cui la difficoltà di evacuazione si mostra come sintomo.
I sintomi e quando rivolgersi al medico
Fra i sintomi della stipsi c’è l’assenza di uno stimolo spontaneo alla defecazione oppure la necessità di fare grandi sforzi – per dar vita ad un’evacuazione solo parziale – solitamente accompagnata anche da dolori addominali molto intensi. Le feci si presentano a palline (cosiddette feci caprine), secche e dure. Andare in bagno con regolarità significa evacuare almeno 3 volte alla settimana. Per questo motivo bisogna rivolgersi al medico solamente se la stipsi dura più di una settimana.
Questo limite temporale serve per applicare i giusti correttivi dopo un attento esame oggettivo che miri a impedire le complicazioni della stipsi, come emorroidi e fistole anali che possono richiedere intervento chirurgico.
La stipsi in gravidanza e nei bambini
Per quanto riguarda i bambini o le donne in gravidanza, per curare la stipsi è una buona idea cercare invece di aiutarli a consumare cibi con alto contenuto di fibre e bere tantissima acqua (almeno 2 litri al giorno), praticando la corretta attività fisica. Le donne in gravidanza, in tal senso, farebbero bene a sentire il ginecologo, mentre i bambini dovrebbero sentire il pediatra.