Ogni donna in età fertile convive con un evento naturale chiamato mestruazioni. Questo argomento, però, viene spesso evitato in quanto storicamente costituisce motivo di imbarazzo e superstizione. Questo tipo di atteggiamento comporta il diffondersi dello stigma sociale e della discriminazione femminile.
Quando occorre preoccuparsi e cosa è considerato normale nelle mestruazioni
Il ciclo mestruale cambia da donna a donna. Infatti, si presenta differente per caratteristiche di flusso, la durata totale e il modo in cui si presenta. In generale, però, questi aspetti, seppur diversi, sono considerati normali.
Le mestruazioni, mediamente, hanno una durata che va dai tre ai sette giorni, con il flusso che è maggiore all’inizio e va a scemare nei giorni finali.
I sintomi che devono destare timore, in quanto non considerati normali, sono: mancanza di ciclo mestruale per circa 3 mesi consecutivi; cambio drastico del flusso; ciclo che inizia prima dei 21 giorni o dopo i 35 giorni; durata del ciclo mestruale di più di sette giorni; eccessivo dolore; perdite di sangue dopo un rapporto sessuale.
Altri sintomi che fanno intuire che qualcosa non va sono: l’aumento di flusso, ciclo mestruale non regolare e la non presenza di sangue. Si tratta di segnali che possono far pensare a infezioni o condizione sottostante che possono portare anche a complicazioni importanti.
I più famosi falsi miti sulle mestruazioni
Purtroppo, i falsi miti sulle mestruazioni non sono ancora stati del tutto superati. Alcuni di essi, poi, possono anche far sorridere come la credenza per cui si pensa che nuotare con le mestruazioni attira gli squali o che il cibo toccato da una donna con le mestruazioni si marcirà rapidamente.
Queste idee sbagliate, sebbene facciano sorridere, non fanno altro che dare forza allo stigma che può apportare gravi danni alle ragazze e le donne con mestruazioni.
Il primo problema legato ai falsi miti è la poca informazione. Infatti, in alcuni Paesi del mondo le ragazze con le mestruazioni sono considerate poco pure. Alcuni miti, poi, tramandano che i tamponi interni, invece dei classici assorbenti, porti alla perdita della verginità.
Falsi miti vuol dire anche discriminazione. Queste situazioni sono ancora più difficile da eliminare in quanto legati a molte culture e società. Un esempio sono le donne con le mestruazioni a cui si vieta di fare il bagno, cucinare o toccare il cibo. Queste donne vengono addirittura escluse o isolate.
In alcuni culti le mestruazioni vengono percepite come un danno e le donne vengono tenute lontane.
Altro aspetto che deriva dai falsi miti è il tabù. Infatti, questo tema è ormai visto come fonte di imbarazzo e poco cortese da citare in una discussione. Nonostante in tutto il mondo siano stati creati diversi eufemismi per evitare di citare esplicitamente il tema, essi danno maggiore forza al concetto e falso mito che le mestruazioni sono delle cose che generano vergogna e di cui non si può parlare in maniera esplicita.
Attribuire il suo nome a questo evento porterebbe a normalizzarlo e sfatare il tabù culturale che lo attornia. Rifiutarsi di parlare di mestruazioni accresce l’idea che parlarne apertamente sia errato.